In Inghilterra non c’è il diritto allo sciopero. Tuttavia, se i sindacati organizzano uno sciopero, sono protetti dalle azioni penali. Le azioni collettive più comuni includono lo sciopero, e la rinuncia a condurre straordinari. A livello statistico, i giorni di sciopero condotti in UK tornano gradualmente a salire. 273,000 giorni nel 2018 a fronte dei 788, 000 nel 2014 (UK Office for National Statistics). I settori in cui gli scioperi sono più ricorrenti sono educazione (66% del totale dei giorni di sciopero per il 2018) e trasporti. Le ragioni degli scioperi sono principalmente di natura salariale.
Il Covid-19 ha peggiorato queste regolamentazioni sul lavoro. Seppur sia stato confermato[1] il diritto (sezione 44 dell’Employment Rights Act 1996 ) dei lavoratori dipendenti a rifiutare il lavoro se ritengono ragionevolmente di essere in pericolo imminente, di avere o diffondere Coronavirus, questo diritto può essere esercitato soltanto a livello individuale. Quindi se l’azienda ritiene che i dipendenti si siano rifiutati collettivamente di lavorare, ciò constituisce un’azione non ufficiale/illegale (particolarmente se indotta da un sindacato). In pratica, i lavoratori e lavoratrici perdono la protezione contro il licenziamento ingiusto ed il sindacato può essere multato se ritenuto responsabile. Pertanto, ai lavoratori è stato suggerito di chiarire in ogni comunicazione che il sindacato non sta chiedendo o incoraggiando a fare o ad astenersi dal fare qualsiasi cosa e che sta semplicemente fornendo informazioni su diritti individuali ai sensi degli ss. 44 e 100. A questo va aggiunto che nel bel mezzo della crisi del coronavirus, il governo inglese ha reso gli scioperi ulteriormente illegali dato che i lavoratori delle organizzazioni elettorali non sono stati ritenuti lavoratori essenziali. Quindi, anche se i lavoratori votano in favore dello sciopero, queste organizzazioni non sono in grado di rispondere ed elaborare le richieste dei sindacati per l’organizzazione delle votazioni di sciopero[2].
In questo scenario, le risposte che i lavoratori hanno ricevuto dai sindacati non sorprendono. Le lotte per il salario pre-COVID-19 sono quasi tutte sospese. La pandemia è diventata una nuova scusa per non intraprendere azioni collettive. Ad esempio, il CWU – Communication Workers Union ha posticipato ancora una volta lo sciopero votato dalla gran maggioranza dei lavoratori delle Poste Inglesi – seconda volta in quattro mesi.
Posizioni più interventiste, invece, implicano l’indicazione ai lavoratori di smettere di lavorare se ritengono che la loro salute sia a rischio. Nel settore delle construzioni e non solo[3], Unite ha istituito un “numero verde” che i lavoratori possono utlizzare anche anonimamente per denunciare i datori di lavoro che non rispettano le correnti misure per contrastare il COVID-19 (distanza, igiene). Similmente, sindacati minori ed indipendenti offrono supporto a livello individuale e collettivo tramite la collaborazione con media e social media, e promuovono workshop di salute mentale.
Le dinamiche che emergono dal settore dell’educazione e delle pulizie mostrano che, se l’intervento sindacale c’è, questo è orientato a far si che ai lavoratori con contratti precari venga dato accesso alla cassa integrazione “coronavirus job retention scheme (JRS)” e “furlough” – vedi la vittoria dei 1500 lavoratori della Marriott International[4]. Può essere utile ricordare che questa misure di previdenza sociale non sono obbligatorie, e molte aziende aziende stanno optando per lasciare i lavoratori a casa – vedi la multinazionale Kaplan nel settore dell’educazione.
Pertanto, c’è tanto scontento tra i lavoratori. C’è chi ha riportato su Twitter che operatori sanitari hanno esercitato il diritto a lasciare il posto di lavoro poiché non in sicurezza, producendo reazioni a catena. A conferma di queste “voci”, ci sono i tanti lavoratori si stanno rivolgendo alla stampa locale e nazionale per denunciare i datori di lavoro. Questo è il caso dei lavoratori della logistica[5] in Doncaster che lavorano per aziende multinazionali come IKEA, ASOS, Next, Wabtec, Volker Rail[6]. Qui ai lavoratori è stato chiesto di mangiare per terra, ma anche di fare le pause in macchina per evitare il contagio[7]. Non sorprende che il 98 per cento dei lavoratori abbia dichiarato di sentirsi insicuro in un sondaggio organizzato dal sindacato confederale GMB. Al centro ASOS IN Barnsley, gestito da XPO Logistics, 500 lavoratori hanno lasciato il posto di lavoro il 18 di Aprile. GMB sta negoziando le richieste dei lavoratori ASOS, trattando ASOS “come un datore di lavoro modello” tra le altre aziende presenti nel territorio e pertanto, non organizza lo sciopero[8].
Due scioperi sono stati organizzati invece nel Derbyshire e la provincia di Liverpool. Uno sciopero è stato organizzato da lavoratori della logistica dopo che la Screwfix gestita da Wincanton ha deciso di non cambiare l’organizzazione del lavoro, e non ha accettato di mettere i lavoratori in cassa integrazione[9]. Unite ha condotto uno sciopero nel settore dei servizi il 7 Aprile[10] poiché le misure di distanziamento sociale non venivano rispettate da BIFFA, ovvero un’azienda specializzata in raccolta e smaltimento rifiuti.
[1] https://uklabourlawblog.com/2020/03/27/the-coronavirus-rights-to-leave-the-workplace-and-strikes-by-stuart-brittenden/
[2][2] https://tribunemag.co.uk/2020/04/right-now-in-the-uk-strikes-are-effectively-illegal
[3] https://www.union-news.co.uk/unite-tells-members-on-construction-sites-stop-working-if-you-feel-unsafe/
[4] https://www.union-news.co.uk/unite-hails-victory-as-1500-marriot-hotel-workers-go-on-coronavirus-job-retention-scheme/
[5] La Abbey Logistics, invece, viene descritta come il modello da seguire nel settore, poichè sta aumentando la retribuzione per malattia dei lavoratori in prima linea per assicurarsi che non sentano il bisogno di continuare a lavorare se devono autoisolarsi durante l’epidemia di COVID-19 .
[6] https://www.thestar.co.uk/health/coronavirus/angry-doncaster-warehouse-and-rail-firm-staff-blast-bosses-ignoring-pms-lockdown-message-2517640
[7] https://www.thestar.co.uk/health/coronavirus/angry-doncaster-warehouse-and-rail-firm-staff-blast-bosses-ignoring-pms-lockdown-message-2517640
[8] Queste informazioni provengono da una telefonata privata con compagni trotzkisti presenti nel territorio.
[9] https://www.derbytelegraph.co.uk/burton/screwfix-depot-staff-given-no-4003238
[10] https://www.letsrecycle.com/news/latest-news/biffa-staff-strike-in-the-wirral-over-covid-19-fears/